“Un grido di dolore…”: Eva Grimaldi, l’appello disperato dopo la tragedia
“le Donne ancora una volta hanno pagato la fuga alla ricerca di una Vita migliore”. Il grido di Eva Grimaldi sulla tragedia di Cutro.
8 Marzo 2023 – come ogni anno, in questa ricorrenza si festeggia la donna e le sue battaglie. Quest’anno Eva, ha voluto far riflettere su una grave tragedia avvenuta a il 26 febbraio sulle coste calabresi, che ha visto una strage di oltre 72 vittime accertate, tra uomini donne e bambini.
Il barcone di migranti è naufragato a Cutro, e le ricerche dei dispersi proseguono, in quanto non si conosce ancora il numero esatto dei naufraghi. I migranti venivano da Afganistan, Iraq e Siria; paesi dove ogni giorno si lotta contro la guerra e parità di diritti.
Il Corriere della Calabria, ci racconta che tra le testimonianze dei sopravvissuti, riemergono le storie di tre donne in fuga verso la libertà. Una vita fatta di negazioni e opposizioni; situazioni strette per coloro che sognavano la loro libertà e avrebbero fatto di tutto per prendersela, desiderio che il mare purtroppo, gli ha portato via. Eva ha preso molto a cuore la vicenda in quanto, come donna ha voluto rendere omaggio alle le guerriere che tuttora, devono lottare per avere una vita degna di essere chiamata tale.
Eva Grimaldi: un omaggio alle tre donne morte nel mare alla ricerca di libertà
“Oggi più che mai nella giornata dell’8 marzo la celebrazione è un grido di dolore contro tutta la violenza terribile che ogni giorno si accascia mortalmente sulla Vita delle Donne…l’ultima è la tragedia di Cutro, dove le Donne ancora una volta hanno pagato la fuga alla ricerca di una Vita migliore. Non dobbiamo abbassare la guardia e lottare perché il mondo sia una giostra a colori per tutte le Donne come noi due celebriamo in questa foto. AUGURI…BUON 8 MARZO A TUTTE E BASTA BASTA VIOLENZA SULLE DONNE!!! 🌈💕”. Queste sono le parole che Eva ha voluto dedicare per la festa della donna, con l’obbiettivo di far riflettere.
I sopravvissuti alla tragedia del naufragio fanno riemergere le storie di donne che sognavano di scappare da una vita fatta di obblighi e patriarcato. Nel loro paese infatti, non solo la religione le priva dei loro diritti, ma anche la legge stessa. Questa è stata solo una delle frequenti tragedie in mare che portano molte donne ad abbandonare per sempre i propri cari.
Tra le vittime troviamo Torpekai Amarkhel, giornalista 42enne, scappata dall’Afghanistan per trovare una libertà privata dalle imposizioni del suo paese. Nel naufragio è morto anche il marito e i due figli. Un’altra vittima è Swar Zrebi, 23 anni tunisina, che scappa dalla costa per raggiungere il marito siriano che risiede in Germania. Il mare ha portato via anche Shahida Raza, giovane Pakistana, calciatrice e capitano della nazionale femminile di Hockey. La giovane ragazza – come le sue compagne – voleva scappare via dalle oppressioni del suo paese.