Iperico: a cosa serve, proprietà, controindicazioni
Viene conosciuto come comunemente con il nome di erba di San Giovanni. Che la si chiami così o col suo nome scientifico, ipericum, si tratta di una pianta dalle indubbie proprietà e dai benefici ormai conclamati.
Iperico antidepressivo: usi erba San Giovanni
Stiamo parlando dell’iperico, usato da sempre per sedare gli stati di ansia o altri disturbi di origine depressiva. Dagli sbalzi di umore alla scarsa concentrazione, dall’esaurimento nervoso ai disturbi del sonno, l’iperico viene spesso adoperato come calmante se non addirittura come sedativo. Andiamo a vedere nello specifico i benefici che porta al nostro organismo: non tutti sono sempre immediati da cogliere.
Tra chi lo sceglie come metodo per smettere di fumare e altri che lo ritengono una panacea contro il mal di testa, dobbiamo andare a evidenziare dove la sperimentazione ha dato risultati concreti e dove si è fermata invece ad una semplice ipotesi. Soprattutto è necessario evidenziare quali categorie possano rivolgersi all’erba di San Giovanni e quanti possono avere addirittura problemi assumendolo in dosi importanti.
Olio di iperico proprietà
L’olio iperico a cosa serve ? Partiamo dall’uso più comune e meno soggetto a discussioni: l’olio di iperico è da sempre utilizzato contro le irritazioni cutanee o i piccoli infortuni, come ad esempio le ustioni di lieve entità e i lividi. L’olio di iperico ha anche un odore piacevole poichè si crea macerando la pianta con fiori e olio vegetale.
Fatta salva questa premessa vediamo cosa c’è dietro la convinzione di quanti usano l’Hypericum perforatum, il rimedio omeopatico ricavato dalla pianta, per regolare il proprio umore e lenire gli stati di ansia. Due sono gli agenti che consentono di migliorare le nostre sensazioni agendo direttamente sul sistema nervoso: si tratta dell’ipericina e dell’iperforina. Se l’olio di iperico viene utilizzato applicandolo sulla parte interessata, l’ipericum come calmante va, invece, assunto per via orale.
Iperico effetti collaterali
Non mancano, tuttavia, come per ogni sostanza degli effetti collaterali. Nel caso dell’iperico può esserci un effetto contrario a quello desiderato: potrebbe portarci spossatezza e giramenti di testa, se non addirittura smania in luogo dell’agognata tranquillità.
Per quanto riguarda l’uso topico, invece, occhio a gonfiori, pruriti e manifestazioni cutanee. Proprio per queste ragioni il suo utilizzo non è raccomandato per tutti: è bene che stiano alla larga bambini, persone allergiche, donne in gravidanza o quanti dovranno esporsi ai raggi solari dopo l’assunzione. Può inoltre dar luogo a contrasti con alcuni medicinali e con contraccettivi.
Essendo una medicina prettamente popolare e da secoli inserita nelle nostre abitudini, spesso si rischia di farne un uso smodato. Molti degli utilizzi soprattutto per quanto riguarda l’insonnia o gli stati d’ansia trovano proprio fondamento nei secoli scorsi, affondando le radici addirittura nell’Antica Grecia e nella dottrina di Ippocrate.
In realtà anche la scienza moderna ha confermato che l’iperico, in un arco temporale piuttosto breve (si parla di massimo 3 mesi) può avere effetti positivi sulla depressione e nei casi meno gravi è preferito ai farmaci tradizionali proprio per i ridotti effetti collaterali. Una ricerca tedesca, svolta su 1500 pazienti affetti da forme depressive molto lievi, lo ha ritenuto addirittura più valido del placebo.